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Sulle ali dell'amore - educhiamoci ad amare

Sulle ali dell'amore - educhiamoci ad amare

Lunedì scorso, 9 aprile, si è concluso il percorso di educazione all’affettività organizzato per i nostri ragazzi di tredici e quattordici anni, con l’incontro di restituzione per i genitori. Peccato che abbiano partecipato in pochi adulti, perché è stata un’occasione di confronto utile, proficua e semplice su un aspetto importante e dirompente della vita dei nostri ragazzi. A condurre le danze erano due operatrici di Metafamiglia, associazione che svolge diverse funzioni di consultorio e assistenza familiare e diverse attività nella nostra zona, con sede a Sondrio; avevano già conosciuto nell’anno passato i nostri preadolescenti per un lavoro sull’uso delle tecnologie. Hanno condotto con i ragazzi due incontri o tre (nel caso dei quattordicenni), con proposte di attività, video, confronto alla pari su come loro vivono l’amore e le relazioni, per capire la situazione in cui si trovano e dare alcuni messaggi educativi di base. I ragazzi sono stati molto contenti di questo confronto, che ha potuto integrare gli incontri di educazione affettiva e sessuale svolti a scuola con gli operatori dell’ASL.

Riportiamo alcuni appunti della serata di lunedì scorso che aiutano a capire i principi di fondo che hanno animato il lavoro con i ragazzi.

Di fronte al controllo travestito da amore, situazioni frequenti sperimentate dalle operatrici nei centri anti violenza, è necessario prevenire, sostenendo un modo di vivere l’amore nella libertà, nel rispetto, in cui si tiene conto dell’altro in ogni scelta e comportamento, e demolendo gli stereotipi di genere rispettando l’autentica differenza tra maschi e femmine.

In questa fase di cambiamenti fisici e umorali tumultuosi ricordare a ogni preadolescente: “Tu non sei come ti vedi”. Il corpo, nei suoi cambiamenti, è il campo di battaglia per costruire la tua autostima, il tuo ruolo di fronte ai miei coetanei, la tua identità.

È importante che di queste cose e dei cambiamenti sessuali si possa parlare, con adulti e con i familiari innanzitutto. Nessuno di noi è un genitore da manuale ma è il genitore che riesce ad essere, che cerca di mettersi in discussione ad ogni occasione. L’imbarazzo o il disorientamento che a volte ci prende quando i ragazzi ci fanno domande impreviste e pesanti non può essere una scusa per mettere la polvere sotto il tappeto, non è possibile neanche nasconderlo; è bene comunicare che certe questioni ci lasciano impreparati o ignoranti, ma sono importanti e vogliamo dare a loro la nostra visione delle cose. Nel tempo e nel confronto con gli adulti (spesso la pornografia o i media in genere sono pessimi maestri) saranno loro a farsi una loro idea sull’amore, sul sesso, su quali sono le cose e i tempi giusti per fare o non fare, che non ha senso reprimere ma che bisogna avere il coraggio di mettere in discussione. 
18/04/2018 Adulti Giovani Oratorio
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